mercoledì 14 maggio 2014

Lo Zebra



Non so se l’ho già detto (certo che l’ho fatto, anzi, se spostate un po’ lo sguardo nel trafiletto a destra potrete trovarlo scritto lì, come un avvertimento per chi passa da queste parti), ma uno dei miei sogni nel cassetto è sempre stato quello di aprire una libreria tutta mia. Una libreria che funzioni, ovviamente.
Proprio per questo motivo ho seguito un corso che mi ha permesso di approfondire la sparuta conoscenza che avevo del mondo librario. Così ho avuto la possibilità di lavorare in una vera libreria (anzi, in due).
Non ho lavorato alla Shakespeare&Co. anche se mi sarebbe piaciuto!

Devo dire che l’approccio è stato veramente tremendo: desolazione e tristezza da tutte le parti. Nessuno, e ripeto nessuno, ha osato varcare la soglia del negozio (non mi piace questo appellativo, ma siamo realisti, la libreria è un negozio anche se per me somiglia molto a un paradiso).
Prima che vedessi l’ombra di un solo cliente sono passati giorni. Non ricordo con precisione quanti, ma sono sicura che siano stati tanti. Vi lascio immaginare la mia disperazione; in fondo stavo provando direttamente sulla mia pelle quanto il mio sogno fosse fallimentare.
Se da questo punto di vista ho avuto una grande delusione, dall’altra posso dire davvero di essere stata fortunata.
Innanzitutto non capita spesso la possibilità di stare per otto ore al giorno in compagnia di montagne di libri desiderosi di essere osservati, sfogliati e assaporati pagina dopo pagina. Secondo poi, ho avuto un collega straordinariamente fantastico. Di solito non mi spertico in lodi, sono una persona piuttosto restia a esprimere sentimenti forti nei confronti delle persone, ma in questo caso non posso non farlo.
Se non fosse stato per lui mi sarei annoiata a morte. Invece, dopo l’iniziale diffidenza reciproca, ho trascorso alcune settimane veramente piacevoli.
Prendete questi ingredienti: libreria vuota (di persone), tanto tempo a disposizione, libreria piena (di libri), un collega lettore (quanto e più di me, data l’età e la maggiore esperienza). Secondo voi, che mix uscirà fuori?
Ve lo dico io: otterrete il piacere di fare la conoscenza di libri che non avreste mai e poi mai degnato di uno sguardo, in altre circostanze.
Di solito non accetto i consigli degli altri per quanto riguarda le mie letture, ma devo dire che questa volta l’ho fatto. Ho ascoltato ogni singolo consiglio del mio collega e non me ne sono mai pentita. Anzi, sapete una cosa? Prima di andarmene gli ho chiesto di stilare insieme una lista di libri imprescindibili, quelli che secondo lui avrei dovuto leggere. Quella lista la conservo gelosamente e pian piano sto colmando le mie lacune.
Ma torniamo al titolo del post, che come al solito finisco fuori argomento.

Mettendo in ordine gli scaffali (sì, sono una maniaca dell’ordine e sì, in libreria ci deve pur essere qualcuno che fa questo sporco lavoro - sporco in tutti i sensi, dato che la polvere sembra accumularsi in grandi quantità appena volti le spalle), ho notato una copertina di un bel verde acceso. In realtà il libro in questione, “Lo Zebra” di Alexandre Jardin, edito da Camelozampa, si trovava molto in basso e fuori dalla portata di ogni potenziale cliente. Forse è stato proprio questo il motivo per il quale sono stata attirata in quella direzione.
Il titolo mi ha fatto pensare che fosse un libro per bambini finito nella sezione sbagliata, ma ad uno sguardo più attento ho corretto il tiro.
Un impercettibile cenno del capo pelato del mio collega mi ha convinta ad iniziare la lettura.
Il libro racconta la storia dello Zebra, un avvocato sposato da molti anni con sua moglie, Camilla. Convinto (erroneamente) che la fiamma della passione si sia spenta, inizia a creare una serie di esilaranti stratagemmi e trucchetti (da lettere anonime fino a improbabili viaggi inventati) solo per riconquistare la sua amata.
Forse la storia non è originale, forse vi sembrerà di leggere una moltitudine di assurdità dall’inizio alla fine, ma vi posso assicurare che io non ho mai riso così tanto, soprattutto non in una libreria.
È stata quasi una sensazione liberatoria; non mi capita mai di leggere libri che facciano ridere, di solito mi impegno in letture diverse (e ora mi domando il perché).
Ho adorato la geniale pazzia dello Zebra, disposto fino in fondo a riconquistare sua moglie, anche a costo di combinare guai e di scadere costantemente nel ridicolo. È un personaggio stravagante, che alla fine però dimostra quanto sia forte il suo senso dell’amore.
Ho adorato il suo amico, di cui al momento mi sfugge il nome (purtroppo il libro è rimasto in libreria, con mio grande disappunto e non posso rinfrescarmi la memoria), che lo asseconda in ogni cosa, magari anche di malavoglia, ma lo fa e questo è senza dubbio sintomo di una grande amicizia.
Ho adorato le gag, molte volte sono scoppiata a ridere nel silenzio assoluto, dimenticandomi dove fossi e con chi. Se non fossi stata trasportata così a fondo nella storia, non l’avrei fatto, avrei sicuramente tenuto un comportamento “politically correct”.
Ho adorato, infine, il consiglio e la passione di una persona che ama leggere e ama i libri quanto me e probabilmente anche per questa ragione, il libro di Jardin mi è così caro.
Certo, devo essere sincera fino in fondo. Se mai vi dovesse capitare di leggere “Lo Zebra”, tenete dei fazzoletti a portata di mano con l’approssimarsi della fine; vi serviranno.
Insomma, se non si fosse capito, a me questo libro è piaciuto davvero tanto. Sono convinta che ridere faccia veramente bene a tutti, e io ne ho avuto la prova.



Voi accettate i consigli dei librai o degli amici, o scegliete i titoli sempre di testa vostra? Vi piacciono i libri che strappano sorrisi? Me ne consigliate qualcuno?

2 commenti:

  1. Quanto mi piacciono le recensioni di libri pseudo-sconosciuti! Bella recensione, secondo te riesco a trovarlo da qualche parte? Forse in qualche biblioteca...

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    1. Grazie mille davvero! :D
      Io l'ho trovato (e lasciato. ahimé) in una normale libreria (non di catena, ma indipendente). Sicuramente ce ne sarà qualcuna nella tua città, è più probabile che un autore così di nicchia sia più venduto in piccole librerie. Se no si trova su internet, ne sono abbastanza sicura!
      Grazie per essere passata!

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