Vi capita mai di pensare a voi
stessi mentre leggete? Avete mai pensato cosa vede, ma soprattutto cosa pensa
chi vi guarda nel momento in cui siete immersi nella lettura di un libro?
Io riconosco di avere tantissimi
tic. Ho una serie di riti e manie che mi tengono costantemente compagnia quando
ho in mano un qualsiasi libro, a maggior ragione se questo libro mi appassiona.
Primo tic: il piacere della lettura per me è indossare un caldo pigiama meglio ancora se si sta sotto le coperte.
All’amore per le coperte
specialmente se calde e avvolgenti, corrisponde l’odio per le sovracopertine,
per questo motivo i miei libri (nel momento della lettura) sono assolutamente
irriconoscibili, potrei leggere Dante oppure Fabio Volo e nessuno se ne
accorgerebbe.
Secondo tic: editori, vi prego,
risparmiate con le sovraccoperte e spendete più tempo alla ricerca di bei libri
e bravi scrittori.
Le fascette. Se odio le sovracopertine, immaginate che fine faccio
fare a quelle fastidiose strisce di carta che hanno il solo scopo di attirare
il lettore, magnificando le virtù del libro, ma che alla fine risultano solo
inutili specchietti per allodole.
Lavorando in libreria ho
strappato senza pietà le fascette già mezze rotte che, tra l’altro, si incastravano
negli scaffali, rubando prezioso spazio (sì, lo so, è un po’ sadico detto in
questo modo).
Terzo tic: editori, mi rivolgo di
nuovo a voi, vi prego evitate di scrivere per ogni libro che è “il più bel
romanzo dell’ultimo secolo”. Ormai non vi credo più.
Quando leggo, di solito assumo
una ben precisa posizione che mi concilia particolarmente bene la
concentrazione. Se sono seduta una gamba è incrociata sotto l’altra, fino a
quando non formicola e quindi cambio posizione.
Quarto tic: una buona posizione è
chiaro sintomo di un buon libro.
I miei libri trovano spazio
ovunque in casa e lo fanno con un precisissimo ordine. Naturalmente potrebbe
sembrare caos per chi non sa dove cercare, ma per me hanno un ordine perfetto. Ho stabilito diversi criteri: innanzitutto quello della precisione, per cui i libri
sono ordinati in base all’altezza (se sono sullo stesso scaffale); secondariamente (e contemporaneamente) tengo più vicini i libri che mi sono piaciuti e che mi hanno appassionato e fatto piangere; mentre quelli
che non ho apprezzato, finiscono con l’essere nascosti dietro altri oggetti che
popolano la mia stanza.
Quinto tic: l’ordine prima di
tutto, anche se per gli altri è il caos più assoluto.
Vogliamo parlare del prestito?
Non sono così tanto egoista da non prestare i libri, alla fine credo che sia
bello condividere le cose con gli altri. Il mio problema è che l’esperienza non
mi insegna nulla; sono state più le volte nelle quali mi sono stati restituiti
libri in pessime condizioni, piuttosto che quelle in cui sono tornati a casa
sani e salvi.
Sesto tic: prestare con
parsimonia (o non prestare affatto) è la regola base del buon lettore.
I miei libri sono assolutamente
intonsi. Ovviamente si vede che sono stati maneggiati, ma le pagine non sono
intaccate da matite, evidenziatori o orecchie.
Ci sono persone che amano
sottolineare frasi significative. È una cosa che a me non piace fare ma che
apprezzo molto negli altri. Il problema si è posto però l’ultima volta che ho
acquistato un e-book. C’erano delle sottolineature precedenti (non sapevo
esistessero le sottolineature sul kindle!) che mi hanno lasciato piuttosto
contrariata. In questo modo mi viene da pensare, automaticamente, che quelle
frasi abbiano un significato più profondo (e il più delle volte è vero) ma
vorrei essere io ad attribuire importanza a una frase piuttosto che ad un’altra.
Settimo tic: matite, penne ed
evidenziatori sono tra i miei principali nemici.
Ho una serie infinita di manie, l’ho
detto, ma credo che le peggiori siano quelle che riguardano la lettura stessa.
Avete presente quei libri che vi
piacciono talmente tanto, che quando vi mancano le ultime cento pagine,
iniziate a disperarvi perché dovrete abbandonare i protagonisti e la storia?
In questi casi ho la tendenza
(assurda, lo riconosco) a centellinare le pagine. Mi concedo di leggerne un
determinato numero al giorno, in modo da rallentare la fine.
Ottavo tic: rallentare in
prossimità della fine è sempre bene, ma non è l’unica soluzione.
Ricollegandomi a questo fatto, ho una confessione da fare. Ho avuto un
momento di totale follia quando, per paura di finire Harry Potter e l’ordine
della Fenice ho chiuso il libro a circa 50 pagine dalla fine e l’ho messo da
parte. Mi cullavo nell’idea che non portando a termine la lettura, questa
sarebbe durata finché avessi voluto io.
Ho la sola scusante dell’età, ero
giovane e ingenua.
Nono tic (e qui tocco il fondo): crogiolarsi
nell’idea che un libro non finisca mai è roba da pazzi.
Come la maggior parte dei lettori forti ho una lista infinita di libri
che prendono polvere sugli scaffali o sul comodino. Nella mia mente scattano
quindi dei meccanismi basati sulla preferenza. Stilo una lista mentale nella
quale ordino i libri secondo il grado di piacere che mi aspetto da loro. Mi spiego
meglio: tendo a conservare per momenti
migliori (quali siano questi momenti migliori ancora devo scoprirlo) i libri
che credo possano piacermi.
Ho libri che aspettano di essere aperti da almeno
quattro o cinque anni.
Decimo tic: attendere il buon
libro è sempre un piacere, ma a volte ad aspettare si fa solo la muffa e spesso
non ne vale la pena.
Queste sono le mie manie, spero sempre
di guarire ma temo che non ci siano grandi speranze per me. Alla fine però devo
dire che, escludendo una o due follie, i miei riti pre e post-lettura mi
piacciono, senza di loro probabilmente non sarei la persona che sono.
Voi avete qualche mania che vi
accompagna durante la lettura? Riprendendo la domanda dell’inizio, cosa pensa
di voi chi vi osserva mentre state leggendo?
Concordo con moltissimi punti che hai messo per iscritto!
RispondiEliminaOdio prestare i libri, non appunto, per egoismo, ma per il fatto che spesso i "lettori occasionali" non prestano attenzione al valore del bene prestato. Ho prestato dei libri che mi sono tornati pieni di pieghe e addirittura ingialliti e sporchi, oppure libri che ho prestato mesi e mesi fa ma ancora della restituzione..nemmeno l'ombra. Ora mi ritrovo a fidarmi solo di un buon lettore accanito come me, che sappia quanto possa valere il libro per me! Senza parlare delle sottolineature...perfino nei libri di scuola ero quasi restia a sottolineare ;)
È bello sapere che non sono completamente pazza ;-)
EliminaConcordo con te per quanto riguarda il prestito. Pensa che una volta mi hanno restituito un libro con la copertina rigida piegata a metà per il lato lungo. Penso solo che ci voglia molto impegno per trattare così un libro e se magari quella persona avesse usato un briciolo di quell'impegno per rispettare un oggetto (molto più di un oggetto per me) allora sarebbe stato meglio per tutti!
Complimenti per il tuo blog, ho fatto un giro proprio adesso e l'ho aggiunto tra i preferiti!
Buone letture e a presto!